Sempre più frequentemente assistiamo alla proliferazione di chatbot basati sull’intelligenza artificiale, come chatGPT, programmati per imitare gli esseri umani.

Cos’è chatGPT

ChatGPT è uno strumento basato sull’intelligenza artificiale che permette d’interagire con un chatbot (in parole semplici: un programma di un computer che permette di simulare una conversazione umana) in grado di comprendere e di generare un testo. Il suo funzionamento si basa su algoritmi che gli permettono di simulare un colloquio con una persona.

Questo tipo di chat, accolgono la tua domanda, rispondono in modo amichevole, possibilmente simil-empatico. Si comportano come quasi nessuna persona possa essere nella realtà: sempre disponibile nell’ascoltarti, mai giudicante, stanco o imbarazzato; presente durante il giorno e pure di notte, a qualsiasi orario. Non perde mai le staffe, non è troppo emotivo o sensibile, rimane sempre perfettamente razionale e capace di darti il suo consiglio proprio nel momento in cui ne hai più bisogno.

Top! Sulla carta appare tutto stupendo. Forse per questo motivo sempre più giovani fanno riferimento a tali tipi di strumenti per confessare i propri problemi, fare le domande più scomode, condividere i propri dubbi e ottenere le risposte agognate.

Ma chatGPT e simili sono così attendibili per le questioni psicologiche?

Purtroppo no. Non prendono in considerazione la storia di vita della persona, le sue esperienze, se abbia subito dei traumi, quali risorse emotive abbia o se ci sia una rete sociale di supporto (fattori protettivi).
Voi interpellereste un’oracolo in cerca di una risposta sapendo che quello non sa nulla di voi e vi da quindi una soluzione parziale ai suoi problemi? Forse no, eppure in molti lo fanno, altrimenti chiromanti e simili non avrebbero più di che lavorare.

Viviamo in nell’epoca dell’immediatezza, in cui sembra che tutti siano psicologi. Basta leggersi qualche libro di mutuo aiuto o fare un corso di qualche mese e voilà, riesci a capire ed aiutare le persone. Purtroppo non funziona così. Il mondo psicologico è ben più profondo e ricco di sfaccettature. Serve una persona che abbia acquisito consapevolezza di se stessa, che non riversi sul paziente questioni irrisolte proprie; che sia disposta a conoscere ogni dettaglio della vita della persona che ha di fronte per comprenderne “il meccanismo di funzionamento” da un punto di vista mentale ed emotivo; serve un professionista che abbia imparato tecniche validate scientificamente per essere di aiuto concreto all’altro e che si aggiorni costantemente.

Vantaggi e svantaggi di chatGPT e simili

Non serve demonizzare chatGPT, per alcune cose può essere anche utile. Tempo fa una paziente mi aveva detto che nel mentre che riordinava le idee per scrivere su questa chat, aveva iniziato a vederle dal di fuori e questo l’aveva aiutata a gestire la rabbia. Un po’ come quando lo psicologo chiede di tenere una sorta di diario emotivo, in maniera da riuscire a metter ordine ai pensieri e alle emozioni. Altre volte si può decidere di portare in seduta quanto letto su chatGPT, così da condividere un quesito cercato “a caldo”.

Di sicuro quello che è manca è l’interazione umana con un persona in carne ed ossa, la capacità di affrontare situazioni emozionalmente stratificate o tematiche complesse e, peggior ancora, la capacità di fare una diagnosi attendibile basata sull’esperienza e sugli studi di un professionista.

In generale il problema non è l’uso di una cosa in sè, ma il suo uso non corretto o il suo abuso totale.
E sì..a volte anche lo psicologo sbaglia. Siamo umani, non macchine! L’importante è offrire il meglio che possiamo, continuando a lavorare su di sé e aggiornandosi per offrire gli strumenti più idonei ed efficaci a chi ci fa il grande dono di condividere debolezze e fragilità.

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